L’AICS si pone come baricentro del kung-fu sanda in Italia

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Anche per l’anno accademico 2021-2022 prosegue la collaborazione tra il Comitato Provinciale di Roma, quello di Vicenza e quello di Napoli per la promozione del kung-fu sanda in Italia.

Una gara nazionale a Vicenza a dicembre, quattro sessioni di sparring a Roma (i Raduni), otto incontri formativi (le Adunanze), cinque workshop ad Udine e tre allenamenti collegiali per gli atleti agonisti (i Laboratori) in un anno all’interno di un calendario di appuntamenti che non ha eguali altrove, con l’obiettivo di qualificare insegnanti, ufficiali di gara e gli atleti che potrebbero entrare a far parte della squadra nazionale.

Alla fine di ogni raduno i tecnici preposti visualizzano i filmati di ogni match per fornire agli atleti una scheda di valutazione che possa permettere a loro e ad i loro insegnanti di lavorare sul miglioramento delle prestazioni. Un progetto che non ha mai avuto nulla di simile nel nostro Paese.

Nel periodo di chiusura forzata dovuta al Covid-19, gli insegnanti coinvolti nel progetto ne hanno approfittato per rinforzare i contatti internazionali in vista della ripresa delle attività. Gli artefici di tutto questo sono i maestri Gianfranco Russo, Moreno Busato e Vittorio Lo Sapio, i primi due, membri della Commissione Nazionale kung-fu wushu e responsabili provinciali rispettivamente per Roma e Vicenza ed il terzo, responsabile provinciale per Napoli. Al progetto collaborano da Roma, il monaco Shaolin di 34° generazione Shi Yan Hui, ed il pluricampione Danilo Capuzi, da Firenze il maestro Francesco Bedogni, dalla provincia di Perugia il maestro Gianni Santocchi e dalla provincia di Udine l’Istruttore Stefano Di Lenardo.

Proprio il maestro Gianfranco Russo, che si è reso disponibile per una breve intervista in una delle periodiche sessioni di allenamento, ci ha spiegato cosa sia il sanda.

È un regolamento di combattimento comune per ogni stile di kung-fu. E’ nato in Cina alla fine degli anni ’70 ed è in continuo sviluppo e perfezionamento come ogni altro sport. Avere un regolamento comune permette ai praticanti di stili di kung-fu diversi di confrontarsi su uno stesso piano”.

E su come sia nata l’idea delle Adunanze, Laboratori e Raduni, aggiunge: “Il kung-fu è poliedrico e questo permette ai suoi praticanti di combattere in molte specialità. In Italia, inoltre, ci sono sempre state molte sigle che hanno organizzato anche belle gare, ma una certa carenza di progettualità sugli atleti. La conseguenza di questi due punti fondamentali è stata che molti bravi praticanti di kung-fu delusi dall’andamento delle cose siano andati a combattere in altre discipline. L’amore per il kung-fu cinese ha imposto un processo di autocritica e la necessità di ripartire dalle basi. Ogni anno un viaggio in Cina, da chi il sanda lo ha inventato, e nelle Università, per vedere come viene insegnato, e poi la condivisione con tutti gli insegnanti, ufficiali di gara ed atleti che partecipano al progetto in appuntamenti mensili in cui Scuole selezionate si incontrano”.